mercoledì 16 aprile 2014

Differenza tra la laurea triennale e la magistrale

differenza tra la laurea triennale e la magistrale
La riforma universitaria del 1999 ha scombussolato un po’ tutto il panorama universitario: mentre prima tutti i percorsi di laurea avevano una durata quinquennale, ora questi sono stati scissi in due grandi divisioni, le lauree triennali e le specialistiche o magistrali. Le lauree magistrali da 120 crediti, sono state introdotte dopo in sostituzione delle vecchie specialistiche da 300 crediti, ad esse si può accedere solo se si ha già un titolo di laurea triennale. I titolari di una laurea di tipo magistrale possono essere inseriti nelle graduatorie di 3 fascia per l’insegnamento nella scuola secondaria. Esistono anche le lauree magistrali a ciclo unico che hanno durata di 5 o addirittura 6 anni, spesso prevedono il numero chiuso e sono previste in facoltà come la Chimica, le Tecnologie Farmaceutiche, Giurisprudenza, Architettura, Veterinaria, Medicina, Chirurgia, Odontoiatria e altre.

Oggi per fortuna l’offerta didattica si è molto ampliata e con la nascita delle università online tutti possono laurearsi comodamente da casa. Le scelte sono diversificate, si può optare per una laurea breve triennale, una magistrale specialistica oppure per una laurea magistrale a ciclo unico. I metodi di studio sono stati completamente stravolti da internet e dalle nuove tecnologie. Basta fare un’accurata ricerca sul web per trovare il percorso di studio più attinente alle proprie capacità e intraprendere questa strada in salita che richiede tanta buona volontà, ma alla fine dà tante soddisfazioni. Ottimi
atenei telematici come l’Università Niccolò Cusano offrono la possibilità di documentarsi e ricevere tutte le informazioni riguardanti la laurea magistrale.

Lo studente appena diplomato che si trova a dover affrontare la scelta dell'università, dovrà iscriversi quindi ad un percorso triennale che lo condurrà alla fine dei tre anni ad un titolo di laurea breve, che è a tutti gli effetti una laurea che permette di entrare nel mondo del lavoro. Se poi vorrà conseguire una specialistica, e quindi completare i 5 anni di formazione, dovrà frequentare altri due anni e sostenere alcuni esami più specifici su materie incentrate sul percorso lavorativo che si intende poi intraprendere.
Il numero di esami da sostenere di solito dipende dai vari corsi di studio, ma tutto ormai si basa su un sistema a crediti, per cui bisogna raggiungere un numero di 180 crediti per poter dare la tesi in un percorso triennale e ulteriori 120 crediti per completare un percorso biennale. In entrambi i casi va discussa una tesi elaborata dallo studente su un argomento a scelta tra le materie del percorso.

In generale il mondo del lavoro ha aperto le porte negli ultimi anni anche ai laureati triennali e sembra anche che, a livello di guadagno, ci sia un 
incremento di reddito rispetto al passato; spesso i laureati triennali sono molto richiesti soprattutto per la loro età molto inferiore alla media dei vecchi dottorandi. Tuttavia se si decide di intraprendere determinate strade come la medicina, l’ingegneria, la giurisprudenza o l’insegnamento è necessario ottenere la laurea magistrale. Per accedere agli albi professionali o ai dottorati di ricerca è richiesta la laurea magistrale, oltre a un esame di Stato da superare per accedere alla professione pratica.

2 commenti:

  1. Buonasera Avvocato
    Ho una questione che mi tormenta.
    Sono stata adottata in Brasile nel 1991 (sono del 78) da un signore italiano che aveva all'epoca 72 anni divorziato con 3 figli. Mio padre adottivo mi ha sempre detto che in Italia non sono sua figlia in quanto la legge italiana non permette questo tipo di adozione. Mi ha salvato la vita. Mi ha portato in Italia ed mi ha fatto il passaporto belga in quanto i miei genitori biologici erano Belgi.
    Da qualche anno ho acquistato la cittadinanza Italiana per matrimonio. Il mio certificato di nascita Brasiliano riporta il nome del signore italiano che mi ha adottato e anche nel mio comune di residenza risulto sua figlia.
    Ora lui ha 97 anni e cominciano i problemi. Tutti chiamano solo me perché lui non ha contatti con i suoi figli da prima dell'adozione. Addirittura l'assistente sociale chiama me e lui da il mio numero a tutti e non quello dei suoi figli.
    Non capisco più la mia posizione e nonostante gli voglia bene penso sia giusto che i suoi figli siano informati e cHe si interessino pure loro. Penso anche che io sono fuori dall'eredità per figli legittimi visto che l'adozione nazionale brasiliana non è passsata tramite il tribunale dei minori. Ho provato una volta ad approfondire ma ho preferito lasciar perdere visto i costi. Non riesco a capire come una persona come me possa essere riconosciuta come figlia in Brasile ma in Italia no.
    Cosa ne pensa? Sono confusa ...
    Non so neanche se legalmente una mia firma sia valida in caso di necessità. Il 13/01 ho appuntamento to con l'assistente sociale per parlare del caso (mi ha convocato lei).
    Grazie
    Silvie

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    Risposte
    1. Ciao Silvie!
      Non essendo riconosciuta l'adozione in Italia, il riconoscimento in Brasile non ha alcun valore giuridico, quindi non hai alcun legame con la persona che ti ha adottato.-
      Purtroppo come scrivi tu stessa sei fuori dall'eredità, a meno che Tuo "padre" con un testamento non ti assegni una parte dell'eredità.-
      Questo significa che l'assistente sociale saprà consigliarti al meglio sul da farsi.-

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