lunedì 22 settembre 2008

Non riconoscimento

Diritto al non riconoscimento del figlio.

Il valore di una società si misura prioritariamente sul senso che essa riconosce alla vita ed alla dignità di ciascuna persona quale figlia unigenita della vita stessa.-

La legislazione italiana tutela i diritti di chi genera e di chi nasce, al suo interno il rispetto dei diritti dell’adulto non si contrappone, ma è funzionale al rispetto dei diritti del minore.-

Alla donna viene riconosciuto il diritto preliminare ad essere informata, il diritto se riconoscere o meno come figlio il bambino generato, il diritto alla segretezza del parto qualora abbia già deciso di non riconoscere il proprio nato e il diritto alla necessaria assistenza. Inoltre, qualora non abbia ancora maturato la propria decisione in ordine al riconoscimento, può richiedere al Tribunale per i minorenni un ulteriore periodo di riflessione, al massimo di due mesi, attivando la sospensione della procedura di dichiarazione di adottabilità del minore.-

Al bambino viene riconosciuto il diritto a crescere in una famiglia, anche diversa da quella di origine, in grado di garantirgli le condizioni adeguate ad un armonico sviluppo psico-affettivo e fisico.-

E’ importante che tutte le donne italiane, ma soprattutto le immigrate, sappiano che in Italia è possibile partorire in ospedale senza fornire le proprie generalità e lasciando il proprio bambino alla struttura sanitaria che provvederà ad avviarlo all’adozione.-

Secondo i dati dei tribunali dei minori sulle dichiarazioni di adottabilità, in Italia ogni anno in media 400 bambini non sono riconosciuti alla nascita.-

La donna ha il diritto ad essere aiutata e informata sul fatto che può partorire senza riconoscere il figlio e senza che il suo nome compaia sull’atto di nascita; il bambino quindi non avrà il suo cognome. (Codice Civile art. 250).-

La donna ha il diritto ad una rigorosa protezione del segreto del suo nome, qualora non voglia riconoscere il figlio (Legge 8.5.1927 n. 789 art. 9 - art. 622.326 Codice Penale).-

E’ rigorosamente vietato rivelare il nome della madre che non intende riconoscere il figlio; Coloro che per motivi d’ufficio sono venuti a conoscenza del nome della madre, hanno il rigido divieto di rivelare tale conoscenza (art. 163-177-622 Codice Penale) e commettono reato se lo rivelano.-

Nel caso in cui non risulti l’esistenza di genitori naturali che abbiano riconosciuto il minore, il Tribunale dei Minorenni, senza eseguire ulteriori accertamenti, provvede immediatamente alla dichiarazione dello stato di adottabilità.-

Il Tribunale qualora il minore non sia riconosciuto dalla madre, non può fare ricerche sulla paternità del bambino (Legge 184/83, art. 11).-

Se vuoi avere informazioni più dettagliate e personalizzate puoi rivolgerti alla sede CGIL più vicina; troverai indirizzi e numeri di telefono sul sito “www.cgil.it
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30 commenti:

  1. Vorrei sapere quali sono le tutele lavorative e sociali per i padri soli nel senso che hanno riconosciuto il bambino alla nascita, mentre la madre ha preferito non farlo.
    Parlo nello specifico di contratto metalmenccanico, non sono un trasfertista e la mia qualifica esiste anche all'interno dell'officina (sede) e non solo sul cantiere, ma l'azienda in passato mi ha mandato fuori in trasferta anche per più di 4 mesi consecutivi, addirittura per anni!
    Purtroppo il sindacato fa fatica a far rispettare norme anche elementari (durante un incontro il datore di lavoro mi ha detto di fregarsene del contratto ed essendo lui il padrone ha diritto di fare come gli pare e piace, e il sindacalista presente che fa? nulla!!).
    Volevo sapere se, visto che per il lavoro notturno non c'è l'obbbligo di prestazione da parte del genitore solo fino ai 12 anni di età del bambino, anche per le trasferte c'è una normativa simile.
    Ho cercato e ricercato su Internet, ma nulla.

    Grazie mille e spero che tu possa aiutarmi!!

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    1. Purtroppo NO!
      La normativa di carattere generale prevede per il genitore solo, con un figlio di età inferiore a 12 anni, la possibilità di non prestare il lavoro notturno, ma non parla di possibilità di rifiutarsi di effettuare trasferte, anche se dovrebbe rientrare nella stessa logica, e il tutto è demandato a una trattativa diretta tra il datore di lavoro e le organizzazioni sindacali territoriali.-

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  2. Salve tanto tempo fà mi sono sposata con un ragazzo albanese poi dopo tre anni ci siamo separati io sospetto che cmq mi abbia sposato solo per avere il permesso di soggiorno, xchè in quei anni che stava con me ho scoperto che si è sposato con una del suo paese,ma lui si potrebbe sposarsi nel suo paese nel comune essendo legato ancora a me? se non si è sposato in comune allora si sono sposati in famiglia io avendo le prove ma tante prove materiali su tutto cosa succedera se lo denuncio? le prove sono foto messaggi ecc testimoniaze. volevo sapere la legge cosa fà?

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    1. Ciao Giovanna!
      Trovo strano che Tu ti sia sposata con un ragazzo albanese che era già sposato, perchè per poterti sposare il Tuo ragazzo doveva dimostrare con idonea documentazione proveniente dall'Albania il suo stato di "libero" da legami coniugali, quindi non capisco cosa può essere successo.-
      Una delle ipotesi plausiibli è che il Tuo ragazzo si sia sposato in Albania solo in Chiesa quindi senza effetti civili.-
      Quindi se Tuo marito non è bigamo puoi utilizzare le prove in Tuo possesso solo per richiedere la separazione per colpa e quindi il divorzio.-

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  3. magari può essere che da loro si sposano in famiglia, magari è stata prescelta da un suo famigliare come fanno nei certi paesi,e ora che lui ha il permesso l ha porta qui cosi dopo quando divorziamo ottiene anche lei il permesso

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    1. Ciao Giovanna!
      Mi scrivi tu stessa che Tuo marito aspetta il divorzio per potersi poi sposare con la ragazza albanese quindi qualunque cerimonia ci sia stata in Albania non era di sicuro un matrimonio valido agli effetti civili.-
      Questo significa che per la legge sia italiana che albanese Tuo marito non può sposarsi con un'altra ragazza se prima non divorzia da Te.-

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  4. Salve .. vorrei delle informazioni rispetto alla situzione che si é creata in casa mia: con noi vive nostra figlia di anni 20 e il suo bambino ( non riconosciuto dal padre) di 1 anno e mezzo.Premetto che mia figlia non lavora ,quindi tutto grava su di noi ma il problema nono é questo é che di punto in bianco una settimana fa ci dice che lei non vuole più vivere con noi perché si sente in prigione e che pur amando tanto suo figlio non si sente più di fare la mamma!!!!! É da una settimana che non si fa vedere ,ci telefona quando va bene 1 volta al giorno, ci ha detto che abita con una sua amica ma naturalmente noi non sappiamo né dove né chi è questa amica . Richiedo quali possono essere le conseguenze per nostra figlia e per noi.Ringrazio

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    1. Da quello che mi scrivi non capisco se Voi siete intenzionati a tenerVi comunque il bambino o viceversa se avreste dei problemi a farlo.-
      Comunque la prima cosa che dovete fare, e dovete farlo il prima possibile, è quella di informare i servizi sociali del Vostro Comune di residenza dell'abbandono del figlio da parte della madre, prima che vengano a saperlo magari da una denuncia anonima, che potrebbe portare all'allontanamento del bambino dalla famiglia.-
      Questo significa che poi o chiedete in qualità di nonni l'affido del bambino, regolarizzando quindi la sua posizione giuridica, o viceversa saranno i servizi sociali a provvedere a Lui, rendendolo magari adottabile.-
      Se non intendete contattare subito i servizi sociali è il caso che consultiate un avvocato per fare in modo che ognuno di Voi abbia chiara la propria posizione giuridica, soprattutto per il bene del bambino.-

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  5. salve ho 22 anni ..e sn incinta di 4 mesi .
    il padre del mio bambino non lo vuole e io non mi sono sentita di toglierlo,mi stavo facendo forza credendo di riuscire a superare questa situazione e poi crescere mio figlio da sola ,ma mi rendo conto che non sono in grado non voglio fargli del male,non voglio fargli mancare nulla e quindi vorrei che dopo la nascita mio figlio fosse adottato da una famiglia che possa assicurargli un futuro...
    tu sai o qualcuno sa come posso o chi posso contattare ? grazie

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    1. SI!
      Ti consiglio di rivolgerti ai servizi sociali del tuo Comune di residenza che provvederà in base a quello che prevede la legge.-

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  6. Sono straniera. Sono sposata quasi da tre anni.ho avuto una relazione e sono rimasta incinta. Mio marito pensa che suo.ma la persona che e suo figlio lo vuole. Cosa posso fare per evitare? Non voglio lasciarmi con mio marito

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    1. Se non volevi lasciarti con Tuo marito forse potevi pensarci prima o no?
      Se sei sicura che il figlio non è di tuo marito, credo che devi dirglielo, perchè prima o poi verrà comunque a saperlo, visto che l'altro lo sa già, poi deciderete insieme il da farsi, tenendo anche conto di quello che vuole l'altra persona.-
      Sui tempi e modi per chiarire la questione con i tuoi due uomini è comunque il caso che consulti preventivamente i servizi sociali del tuo Comune di residenza, per farti eventualmente assistere in caso di problemi seri.-

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    2. Si. Lo so. E solo che con quel'altro non voglio stare..comunque grazie per informazioni

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  7. Buongiorno, avrei un informazione da chiederLe: sono assunta dal 2008 con ccnl ind. metalmeccanico Federmeccanica al 4 livello, dopo 2 anni di interrotta permanenza in attivita' inerenti al diploma conseguito non sarei dovuta passare al 5 livello.
    il ccnl cita : i lavoratori in possesso doi diploma di scuole medie superiori, in fase di inserimento nell 'azienda verranno inquadrati nella 4 categoria .
    tali lavoratori passeranno in ogni caso alla 5 categoria dopo 24 mesi di ininterrotta permanenza in attivita' inerenti al diploma conseguito. Premetto che sono stata gia' assunta in altre aziende prima di questa .
    Saluti

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    1. SI!
      Se svolgi un'attività inerente la 5 categoria e sei in possesso di un titolo di studio idoneo hai diritto al passaggio di livello.-

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  8. Riposto il mio commento qui seguito, perché forse dove l'ho messo prima rimaneva un po' mimetizzato fra le anteposte-date..
    Innanzi tutto buongiorno, sono gigi..
    Insomma Gianfranco, mi pare di capire che la storia del riconoscimento è una vera e propria bomba atomica dormiente! Cioè, il primo che si sveglia, può decidere di rovinare l'altro rimettendo tutto in discussione, decisioni prese in un primo momento e tutto per ragioni proprie che al 99%, nel caso che sia la donna a richiederlo, sarebbe solo per motivi economici fregandosene letteralmente sull'effetto che può avere su chi e costretto a dover subire l'atroce avversità! e questo indistintamente se il "PRESUNTO" padre voglia rimanere sulla sua linea e cioè in quella di "NON" voler riconoscere la "sua presunta prole"!

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    1. Ciao Gigi!
      Purtroppo è vero, ed è quello che prevede la legge!!!

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  9. Ho un'amica che più di trent'anni fa ha partorito una figlia in ospedale, ma non ha potuto riconoscerla perchè aveva 15 anni e la sua famiglia non ha firmato.
    Sono anni che cerca sua figlia,solo per sapere se sta bene e se vive una vita serena.
    Esiste la possibilità di rintracciarla in qualche modo?

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    1. Purtroppo NO!
      Se la Tua amica non ha riconosciuto la figlia alla nascita perchè minorenne, la figlia sicuramente è stata data in adozione quindi la madre per legge non può assolutamente rintracciarla, e nessuno potrai mai fornirle informazioni utili.-
      Viceversa se la figlia volesse conoscere la madre naturale potrebbe fare le ricerche del caso per rintracciarla, ed è questa quindi l'unica speranza della Tua amica.-

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  10. Buonasera...volevo chiedere un info...ho avuto un rapporto nn protetto con una ragazza che ho conosciuto in una discoteca..dp u mese mi fa sapere che è incinta ma nei mess e le emai mi dice che io sn estraneo alla situazione...posso in base a questo evitare problemi futuri come la richiesta di riconoscimento?...grazie 1000

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    1. Ciao Ciro!
      Trovo molto strano il Tuo discorso se parliamo della possibilità che Tu diventi padre!
      Comunque per ora con i messaggi telefonici e le email ricevute, puoi stare tranquillo, nel senso che sarà la ragazza a decidere se portare avanti o meno la gravidanza, e Tu in effetti non puoi farci nulla.-
      Il problema si porrà se la ragazza alla nascita del bambino/a volesse coinvolgerti chiedendoti un sostegno di carattere economico, e sarà Tuo figlio potrebbe farlo imponendoti il test del DNA.-
      Cosa dice la legge Il riconoscimento e il disconoscimento di paternità sono regolati dall’articolo 235 del Codice civile. Una sentenza della Corte di cassazione (266 del 2006) ha stabilito che il risultato del test di paternità basato sul dna è da solo sufficiente per il riconoscimento o il disconoscimento di un figlio.-

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  11. Buonsera.sono una ragazza di 26 anni,madre di un bimbo di cinque mesi.il padre è sposato e con due figli.è un uomo d'affari e per lo piú vive in algeria.a dicembre otterà la cittadinanza algerina.io voglio richiedere il riconoscimento ma con il fatto che vive all'estero possono esserci problemi?grazie in anticipo per la risposta

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    1. NO!
      Ai fini del riconoscimento del figlio, il fatto che il padre vive all'estero non è un problema, a parte l'aspetto burocratico.-

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  12. chiedo puo l'uomo non riconoscere la propia paternita' non essendo suo il figlio alla nacita? e nell'eventualita' potra' ripensarci in futuro? essendo una coppia sposati?

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    1. Un uomo non può riconoscere per suo un figlio che non è suo, quindi se è interessato può solo adottarlo.-

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  13. una ragazza maggiorenne con disabilità psichica tale da consentirle di uscire liberamente da sola per la città si ritrova gravida senza certezza sul potenziale partner. I genitori dicono che la figlia non vuole il bambino e, in qualità di tutori non glielo faranno riconoscere alla nascita dandolo in adozione. quale la procedura in clinica?

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    1. Esiste la possibilità che un bambino non venga riconosciuto dai genitori. In questo caso la dichiarazione di nascita verrà resa da chi ha assistito al parto e il cognome viene attribuito dall'ufficiale dello stato civile che deve seguire le indicazioni e i limiti indicati dall'ordinamento vigente.

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