mercoledì 28 maggio 2014

TASI - Tassa sui servizi indivisibili

TASI

Tassa sui servizi individuali
Tasi 2017, chi è che non la paga?

Per la Tasi 2017 si applicano le stesse esenzioni che sono state introdotte nel 2016 circa gli immobili adibiti ad abitazione principale, ovvero per quel tipo di immobile che si utilizza stabilmente come residenza o domicilio.
Sono escluse dalla Tasi anche le pertinenze della prima casa, cioè quelle strutture che rientrano nelle categorie C/2 (magazzini e locali di deposito), C/6 (stalle, scuderie, rimesse, autorimesse senza fine di lucro), C/7 (tettoie chiuse o aperte).
L’esonero dal pagamento non riguarda però le case considerate di lusso anche se figurano come abitazione principale. Le abitazioni che sono ricomprese sotto le categorie catastali A/1 (abitazioni di tipo signorile), A/8 (ville), A/9 (castelli o palazzi di eminente valore artistico o storico) sono quindi tenute al pagamento della Tasi.
Un’ulteriore esenzione riguarda coloro che hanno la propria abitazione principale in affitto o in comodato d’uso gratuito. In questo caso infatti si applica la stessa esenzione valida in generale su tutte le abitazioni principali.
Ai fini TASI il proprietario verserà la TASI con riduzione del 50% in base alla quota di ripartizione prevista dal Comune (dal 70% al 90%) mentre il comodatario non pagherà la quota TASI di sua competenza in quanto per lui l'immobile è abitazione principale (il comodato sussiste solo se il comodatario utilizza l'immobile come sua abitazione principale quindi con residenza e dimora abituale) e l'abitazione principale è esente da TASI (con la Legge di Stabilità 2016 ai fini TASI si parla di "Abitazione principale" sia che l'immobile sia di proprietà sia che sia in locazione con residenza e dimora abituale).
Tasi 2017, chi è che la paga?
In assenza di particolari regolamenti comunali la Tasi relativa all’immobile deve essere pagata per il 90% da parte del proprietario e per il 10% da parte dell’occupante. A seconda del comune quest’ultima percentuale può salire fino al 30% provocando la relativa diminuzione dell’importo dovuto dal proprietario del diritto reale sull’immobile.
Rendita catastale :
Per i fabbricati iscritti in catasto, la base imponibile è rappresentata dalla rendita catastale dell'immobile, rivalutata del 5% + 60% (oppure rendita catastale + 68%) e moltiplicata x 100 per i fabbricati dei gruppi catastali A e C (escluse A/10 e C/1) x 50 per i fabbricati del gruppo catastale D e A/10 e x 34 per i fabbricati della categoria C/1.-
Esempio: valore catastale immobile euro 100,000,00 : 100 = rendita catastale euro 1.000,00 + 5%  + 60%  rivalutazione = euro 1.680,00 x 100 = base imponibile euro 168.000,00.-
Coefficiente moltiplicatore:
Le rendite catastali, che rappresentano la base di calcolo, vengono notevolmente rivalutate: del 60% per la maggior parte dei fabbricati residenziali. Impatto meno forte per altre categorie di immobili.- 
Le aliquote:
L'aliquota base è fissata allo 0,76% ma con apposita delibera i Comuni possono modificarla in aumento o in diminuzione fino a 0,3 punti  percentuali, per arrivare ad una massima quindi del 1,06%.-
Seconde case locate:      
E' a discrezione del Comune decidere se abbassare e o aumentare l'aliquota base del 7,6 per mille fino a 3 punti. Per cui si potrebbe arrivare ad un'aliquota massima del 10,6 per mille. Stesso discorso per le case locate, per le quali tra l'altro scompare la differenza, ai fini del calcolo dell'imposta, tra i vari tipi di canone, calmierato o a libero mercato.-

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TASI

La TASI servirà a finanziare i servizi indivisibili, cioè quelli offerti dai comuni alla generalità dei cittadini e che riguardano l'illuminazione pubblica, la manutenzione di strade e verde pubblico e vari servizi per la sicurezza. la tasi graverà sia sul possessore che sull'utilizzatore dell'immobile. a seconda del regolamento comunale l'inquilino dovrà versare tra il 10 e il 30 per cento dell'ammontare complessivo della tasi calcolato applicando l'aliquota prevista.

Aliquota:

Rispetto alla formulazione stabilita nella legge di stabilità che fissava un tetto massimo per la tasi al 2,5 per la prima casa e del 10,6 per la seconda (somma di TASI + IMU seconda casa), il governo è intervenuto per concedere ai comuni di aumentare le aliquote fino a un massimo dello 0,8 per mille e i sindaci avranno il potere di stabilire come distribuire tale maggiorazione tra abitazione principale e seconde case:
  • per la prima casa: l'aliquota potrà salire fino al 3,3 per mille.
  • per gli altri immobili: IMU + TASI non potrà superare l'11,4 per mille (ovvero 10,6 per mille comprensivo di tasi e imu più l'0,8 di maggiorazione) si pagherà con le aliquote decise nei 12 mesi precedenti.


Detrazioni:

L'incremento può essere deliberato dai comuni a condizione che il gettito relativo sia destinato a finanziare detrazioni o altre misure relative all'abitazione principale in modo tale che gli effetti sul carico dell'imposta tasi siano equivalenti a quelli dell'IMU prima casa. L'effetto combinato di aliquote e detrazioni potrà far sì che il gettito della tasi sia inferiore a quello dell'IMU prima casa.
La mancanza di un vincolo specifico che faccia sì che l'extra gettito sia destinato interamente alle detrazioni ha fatto sì, ad esempio, a Cagliari il comune abbia deciso per non introdurre nessuna detrazione e fissare un'aliquota del 2,1 per mille per tutti


Immobili in affitto:

In questo caso si pagherà sia l'IMU che la TASI con il limite massimo dell'11,4 per mille. L'IMU verrà pagata interamente dal proprietario; la TASI verrà pagata dall'inquilino per una quota compresa tra il 10 e il 30%, a scelta del comune. nel caso di contratti con durata fino a tre mesi il pagamento sarà tutto a carico del proprietario; nel caso degli immobili in leasing, la TASI sarà tutta a carico del locatario


Calcolo: 

Per calcolare la nuova tassa sui servizi indivisibili, che ha la stessa base imponibile dell'imposta municipale, si dovrà partire dalla rendita catastale, rivalutarla del 5% e moltiplicare il risultato per il coefficiente che varia in base al tipo di immobile (160 per le abitazioni). su questo valore catastale dovrà essere applicata l'aliquota comunale, con le eventuali detrazioni, sempre su base locale.-


Quando si pagano sia IMU che TASI? 

Sull'abitazione principale - la cosiddetta prima casa - si paga soltanto la TASI, a meno che non sia una di quelle poche case che ricadono nelle categorie di pregio (A1, A8 e A9 dal punto di vista catastale). Se la casa fosse una casa di pregio, lì si pagano IMU e TASI insieme. Su tutte le altre abitazioni (che sono il 99,9%) si paga soltanto la TASI, se sono prima casa. Su tutti gli altri immobili diversi dall'abitazione principale, quindi case sfitte, case affittate, negozi, uffici, capannoni, aree edificabili, garage, si va a pagare normalmente l'IMU con le regole dell'anno scorso che non cambiano, e in più si paga anche la TASI. I due tributi si sommano, a meno che il comune non decida su questi fabbricati - o su alcuni soltanto di questi - di non far pagare la TASI".


L'aliquota TASI è uguale per tutti i fabbricati? 

Dipende da quello che decide il comune, nel senso che, secondo la legge, c'è un'aliquota dell'1 per mille spalmata su tutto (abitazioni, principali, seconde case, aree edificabili e così via), poi il comune può differenziarla, abolirla su alcuni immobili, alzarla su altri, prevedere delle detrazioni sulla prima casa e così via, quindi il discorso è molto complicato".


Scadenze: 

Il governo ha concesso una proroga del pagamento dell’acconto TASI, previsto inizialmente per giugno, ma solo ai Comuni che entro il 23 maggio non hanno deciso le loro aliquote e detrazioni. I contribuenti di questi Comuni pagheranno la prima rata dell’imposta il 16 ottobre. I Comuni che invece hanno stabilito e comunicato le proprie aliquote pagheranno sempre il 16 giugno e al 16 dicembre dovranno provvedere tutti per il saldo".


Comune di Civitanova Marche:

Civitanova ha varato il 19 maggio 2014 la delibera che fissa al 2.5 per mille l'aliquota sull'abitazione principale (base 1, massima 3.3), all'1 quella sui fabbricati rurali a uso strumentale, mentre è azzerata su tutti gli altri fabbricati e sulle aree fabbricabili.

Disposizioni approdate in consiglio comunale dopo il varo in commissione bilancio. La delibera, per evitare ingorghi fiscali, scagliona il versamento della tassa in due rate: il 50% entro il 16 giugno, il resto entro il 16 dicembre, importo che sulla base di detrazione o riduzioni varate dal Comune subirà un conguaglio. La decisione evita ai contribuenti il salasso a dicembre, quando scade il pagamento IMU sulla seconde case.

La TASI colpisce il proprietario dell’immobile e anche chi vive in affitto, ma manca il regolamento che stabilisce le quote della compartecipazione. Comunque, per gli edifici locati si pagherà sia l’IMU che la TASI, con il limite massimo dell’11,6 per mille; l’IMU a carico intero del proprietario, mentre la TASI peserà anche sull’inquilino che dovrà versarne una percentuale compresa tra il 10 e il 30%, a seconda di quello che stabilità una successiva delibera comunale. L'acconto del 16 giugno riguarda perciò solo i proprietari di prime case e di edifici rurali strumentali.


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mercoledì 16 aprile 2014

Differenza tra la laurea triennale e la magistrale

differenza tra la laurea triennale e la magistrale
La riforma universitaria del 1999 ha scombussolato un po’ tutto il panorama universitario: mentre prima tutti i percorsi di laurea avevano una durata quinquennale, ora questi sono stati scissi in due grandi divisioni, le lauree triennali e le specialistiche o magistrali. Le lauree magistrali da 120 crediti, sono state introdotte dopo in sostituzione delle vecchie specialistiche da 300 crediti, ad esse si può accedere solo se si ha già un titolo di laurea triennale. I titolari di una laurea di tipo magistrale possono essere inseriti nelle graduatorie di 3 fascia per l’insegnamento nella scuola secondaria. Esistono anche le lauree magistrali a ciclo unico che hanno durata di 5 o addirittura 6 anni, spesso prevedono il numero chiuso e sono previste in facoltà come la Chimica, le Tecnologie Farmaceutiche, Giurisprudenza, Architettura, Veterinaria, Medicina, Chirurgia, Odontoiatria e altre.

Oggi per fortuna l’offerta didattica si è molto ampliata e con la nascita delle università online tutti possono laurearsi comodamente da casa. Le scelte sono diversificate, si può optare per una laurea breve triennale, una magistrale specialistica oppure per una laurea magistrale a ciclo unico. I metodi di studio sono stati completamente stravolti da internet e dalle nuove tecnologie. Basta fare un’accurata ricerca sul web per trovare il percorso di studio più attinente alle proprie capacità e intraprendere questa strada in salita che richiede tanta buona volontà, ma alla fine dà tante soddisfazioni. Ottimi
atenei telematici come l’Università Niccolò Cusano offrono la possibilità di documentarsi e ricevere tutte le informazioni riguardanti la laurea magistrale.

Lo studente appena diplomato che si trova a dover affrontare la scelta dell'università, dovrà iscriversi quindi ad un percorso triennale che lo condurrà alla fine dei tre anni ad un titolo di laurea breve, che è a tutti gli effetti una laurea che permette di entrare nel mondo del lavoro. Se poi vorrà conseguire una specialistica, e quindi completare i 5 anni di formazione, dovrà frequentare altri due anni e sostenere alcuni esami più specifici su materie incentrate sul percorso lavorativo che si intende poi intraprendere.
Il numero di esami da sostenere di solito dipende dai vari corsi di studio, ma tutto ormai si basa su un sistema a crediti, per cui bisogna raggiungere un numero di 180 crediti per poter dare la tesi in un percorso triennale e ulteriori 120 crediti per completare un percorso biennale. In entrambi i casi va discussa una tesi elaborata dallo studente su un argomento a scelta tra le materie del percorso.

In generale il mondo del lavoro ha aperto le porte negli ultimi anni anche ai laureati triennali e sembra anche che, a livello di guadagno, ci sia un 
incremento di reddito rispetto al passato; spesso i laureati triennali sono molto richiesti soprattutto per la loro età molto inferiore alla media dei vecchi dottorandi. Tuttavia se si decide di intraprendere determinate strade come la medicina, l’ingegneria, la giurisprudenza o l’insegnamento è necessario ottenere la laurea magistrale. Per accedere agli albi professionali o ai dottorati di ricerca è richiesta la laurea magistrale, oltre a un esame di Stato da superare per accedere alla professione pratica.

sabato 5 aprile 2014

Fondo per la Casa

Anche chi ha un lavoro precario può ricevere fino all’80% del valore dell'alloggio prescelto, ottenendo tassi e rate favorevoli.

Ottenere un mutuo in questo periodo è complicato, specialmente per i giovani che devono fare i conti con lavori instabili e poco remunerativi. Le banche, prima di concederlo, considerano i seguenti parametri:
  • L'età: di solito deve essere inferiore ai 35 anni.-
  • L'importo da richiedere: Non può superare l’80% del valore della casa.-
  • La rata mensile: Non deve superare il 30% dello stipendio netto del richiedente.-
  • Richieste supplementari: Come fideiussione e pegno, vanno firmate anche da altre persone che garantiscano il pagamento delle rate per gli acquirenti. In certi casi lo fa lo stato con il "fondo per la casa".- 
I consigli da seguire in generale sono i seguenti:
  • Pretendere preventivi dettagliati in cui siano specificate tutte le eventuali condizioni aggiuntive previste.-
  • Non farsi incantare dagli interessi più bassi, il parametro da confrontare è l’indicatore sintetico di costo.-
  • Trattare per avere le condizioni migliori: bisogna puntare sulla concorrenza tra banche, considerando che dal 2007 è possibile anche trasferire gratuitamente un mutuo da un istituto all’altro, nel caso quest'ultimo offra condizioni più favorevoli.-

Fondo per la casa - "Fondo per l'accesso al credito per l'acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie coniugate o dei nuclei familiari anche monogenitoriali con figli minori"
Presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Gioventù (ora Dipartimento della Gioventù e del Servizio civile nazionale) è istituito, con una dotazione finanziaria iniziale di 50 milioni di euro, un Fondo con l'obiettivo di offrire le garanzie necessarie per consentire di ottenere un mutuo per l'acquisto della prima casa alle giovani coppie o ai nuclei familiari monogenitoriali.
La disciplina del Fondo è stabilita dal Decreto ministeriale del 17 dicembre 2010, n. 256, come novellato dal Decreto ministeriale del 24 giugno 2013,n. 103, pubblicato sulla G.U. n. 209 del 6 settembre 2013, in vigore dal 21 settembre 2013.
In particolare, la norma dispone che “a decorrere dall’anno 2014, l’accesso al Fondo è altresì consentito ai giovani di età inferiore a 35 anni titolari di un rapporto di lavoro atipico di cui all’art. 1 legge 28.06.2012 n. 96”; a tal fine la legge di conversione ha previsto che la dotazione del Fondo sia incrementata di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015.
Per accedere ai finanziamenti, i richiedenti, in possesso dei requisiti disposti dalla normativa, devono compilare il modello di domanda, allegare la documentazione prevista e recarsi presso le filiali dei soggetti finanziatori aderenti all’iniziativa.


Chi può chiedere il finanziamento

Il finanziamento può essere richiesto dalle giovani coppie coniugate, con o senza figli o dai nuclei familiari monogenitoriali con figli minori.
I beneficiari del finanziamento devono avere un'età inferiore a 35 anni e un reddito ISEE complessivo non superiore a 40 mila euro.
L'età inferiore a 35 anni è un requisito che deve essere soddisfatto da entrambi i componenti il nucleo familiare.
In presenza di domande pervenute nella stessa giornata e di contestuale parziale indisponibilità delle dotazioni del Fondo, viene assegnata priorità alle giovani coppie coniugate e ai nuclei familiari anche monogenitoriali con figli minori, i cui componenti non risultano occupati con rapporto di lavoro a tempo indeterminato.
I componenti del nucleo familiare non devono risultare proprietari di altri immobili ad uso abitativo.
L'esatta interpretazione dei requisiti soggettivi per accedere al Fondo è stata fornita dal Dipartimento nella circolare del 5/4/2011.


Caratteristiche dell'Immobile da Comprare

L'immobile per il quale si chiede il finanziamento agevolato deve essere adibito ad abitazione principale, non deve rientrare nelle categorie catastali A1 (abitazioni signorili), A8 (ville) e A9 (castelli, palazzi) e non deve avere le caratteristiche di lusso indicate nel decreto del Ministero dei lavori pubblici in data 2 agosto 1969.
La superficie dell'immobile non deve superare i 95 metri quadri.
Per il calcolo delle superfici si deve intendere la Superficie Utile Abitativa definita ai sensi dell'art.3 del D.M. lavori pubblici 10/5/77 n.801, intesa come superficie di pavimento degli alloggi misurata al netto di muratura, pilastri, tramezzi, sguinci, vani di porte e finestre, di eventuali scale interne, di logge di balconi.
Nella concessione della garanzia, salvo quanto previsto per i componenti dei nuclei familiari che non risultano occupati con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, è data priorità a quelle richieste, pervenute nella stessa giornata, nelle quali l'immobile da acquisire è situato in aree qualificate ad alta tensione abitativa dalla Delibera del CIPE n. 37 del 30 maggio 1985 e successivi aggiornamenti.


Caratteristiche del Finanziamento

Sono ammissibili alla garanzia del Fondo i mutui ipotecari erogati per l'acquisto dell'abitazione principale.
L'ammontare del finanziamento non deve essere superiore a 200.000 euro.
Il tasso applicato e le condizioni del mutuo sono stabilite dai singoli istituti bancari entro i parametri consentiti dall'accordo tra il Dipartimento della Gioventù e del Servizio civile nazionale e l'ABI.
I mutui potranno essere sottoscritti con un tasso non superiore al tasso effettivo globale medio sui mutui pubblicato dal Ministero delle Economie e delle Finanze ai sensi della Legge 7 marzo 1996, n. 108.
I finanziatori si impegnano a non chiedere ai mutuatari garanzie aggiuntive, non assicurative, queste ultime nei limiti consentiti dalla legislazione vigente, oltre all'ipoteca sull'immobile e alla garanzia fornita dallo Stato.


Caratteristiche della Garanzia del Fondo

La Garanzia del Fondo è concessa nella misura del 50% (cinquanta per cento) della quota capitale, tempo per tempo in essere, nei limiti dei mutui concedibili per i quali Consap S.p.A. - quale Gestore - ha dato positiva approvazione, degli oneri determinati secondo quanto previsto dalla Convenzione e degli eventuali interessi contrattuali calcolati in misura non superiore al tasso legale in vigore alla data e, comunque, per un ammontare non superiore a 75.000,00 euro (settantacinquemila/00 euro).
La Garanzia è a prima richiesta, diretta, esplicita, incondizionata ed irrevocabile ed è efficace a decorrere, in via automatica, dalla data di erogazione del mutuo.


Soggetti Finanziatori aderenti all'Iniziativa

Possono effettuare le operazioni di erogazione dei mutui garantiti dal Fondo le banche e gli intermediari finanziari che hanno aderito all'iniziativa sottoscrivendo con il Dipartimento apposite convenzioni, sottoscritto tra Dipartimento e ABI in data 28 novembre 2013. Ecco l'elenco dei soggetti finanziatori.

domenica 5 gennaio 2014

Licenziamento

Il licenziamento costituisce una modalità di cessazione del rapporto di lavoro, decisa dal datore di lavoro. Esistono diversi tipi di licenziamento a seconda dei motivi che lo hanno determinato e del fatto che si riferisca ad uno o più lavoratori. A ciascuno poi si applicano differenti regole.

Licenziamento per giusta causa

Affinché il licenziamento sia legittimo, il datore di lavoro deve giustificare la sua decisione. Il licenziamento per giusta causa scatta quando si verifica una circostanza così grave da non consentire la prosecuzione, nemmeno provvisoria, del rapporto lavorativo (art. 2119 c.c.). In tal caso il datore di lavoro può recedere dal contratto senza l'obbligo di dare il preavviso, né l’indennità di mancato preavviso. Si tratta di casi così gravi da provocare l’interruzione immediata del rapporto di lavoro (licenziamento in tronco).

Le tutele per il lavoratore

L'ultima Riforma del lavoro (Legge n. 92 del 2012) prevede, per i licenziamenti per giusta causa, definiti disciplinari, 2 tipi di tutele:
  • nel caso in cui il giudice accerti che non ci sia stato il fatto contestato, o che questo fosse punibile con una sanzione "conservativa" del posto di lavoro, intima il datore di lavoro a reintegrare il lavoratore ed a pagargli un'indennità risarcitoria (fino a 12 mensilità);
  • nel caso in cui il giudice accerti che non vi sia stata giusta causa, ma per ragioni diverse da quelle sopra elencate, condanna il datore di lavoro al pagamento di un'indennità tra un minimo di 12 mensilità ed un massimo di 24, senza reintegro nel posto di lavoro.


Licenziamento per giustificato motivo

La motivazione del licenziamento, necessaria per la sua legittimità, può risiedere nella presenza di un giustificato motivo. In tal caso, a differenza del licenziamento per "giusta causa", il datore di lavoro è obbligato a dare il preavviso al lavoratore. La legge (n. 604 del 1966) distingue chiaramente tra due tipi di giustificato motivo: soggettivo e oggettivo.

Giustificato motivo soggettivo

Il "giustificato motivo soggettivo" è costituito dal "notevole inadempimento degli obblighi contrattuali" da parte del lavoratore, ma non in modo così grave da non consentire la prosecuzione del lavoro per il periodo del preavviso, come avverrebbe in caso di licenziamento per "giusta causa". Possono costituire ipotesi di giustificato motivo soggettivo l'abbandono ingiustificato del posto di lavoro, minacce, percosse, assenza per malattia oltre il periodo consentito.

I licenziamenti intimati per giustificato motivo soggettivo ricadono nella stessa disciplina del licenziamento disciplinare. Nel caso in cui il giudice accerti che non c'è stato il comportamento punibile dal lavoratore, o quando tale comportamento ricada nelle condotte punibili con una sanzione di tipo diverso ("conservativa" del posto di lavoro), ordina il reintegro del lavoratore nel posto di lavoro ed il pagamento di un'indennità risarcitoria. Nel caso in cui il giudice accerti che non vi è un giustificato motivo soggettivo, ma per ragioni diverse da quelle che consentono il reintegro, ordina il pagamento di una indennità compresa tra 12 e 24 mensilità.

Giustificato motivo oggettivo

Il "giustificato motivo oggettivo" riguarda i casi di licenziamento dovuto a "ragioni inerenti all'attività produttiva, all'organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa". Non riguarda pertanto il comportamento del lavoratore. Tra i casi più frequenti, individuati dalla giurisprudenza come giustificato motivo oggettivo, vi sono: cessazione dell'attività, fallimento, riorganizzazione aziendale; ma anche la sopravvenuta inidoneità fisica del lavoratore a svolgere le mansioni assegnategli, o la sua carcerazione.

Nel caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo - definito come "economico" dalla Riforma del lavoro del 2012 - il giudice può obbligare il datore di lavoro al pagamento di un'indennità, tra un minimo di 12 mensilità ed un massimo di 24. Il reintegro nel posto di lavoro, che prima della Riforma era automatico, in caso di licenziamento giudicato illegittimo, può essere ordinato dal giudice solamente nel caso in cui si provi che esso è stato determinato da ragioni discriminatorie o disciplinari.


Il nuovo regime sanzionatorio

La Legge n. 92 del 2012, cioè la Riforma del lavoro di Fornero, ha profondamente modificato la disciplina delle tutele del licenziamento, passando dalle sanzioni previste nel vecchio art. 18 (reintegrazione o riassunzione accompagnate da un'indennità), a 4 diversi regimi sanzionatori, individuati in base alla gravità dei vizi del licenziamento. Le nuove sanzioni, in particolare, sono:
  • reintegrazione con risarcimento integrale (pari a tutte le mensilità perdute ed ai contributi on versati); si applica in caso di licenziamento discriminatorio;
  • reintegrazione con risarcimento limitato nel massimo di 12 mensilità; il lavoratore ha la facoltà di optare per le 15 mensilità al posto del reintegro; si può applicare, a discrezione del giudice, in caso di licenziamento disciplinare;
  • indennità risarcitoria, tra le 12 e le 24 mensilità, senza versamento contributivo; si può applicare, a discrezione del giudice, in caso di licenziamento disciplinare;
  • indennità risarcitoria in misura ridotta, da 6 a 12 mensilità.

Impugnazione del licenziamento

Il licenziamento, per essere valido, deve non solo essere giustificato, ma deve essere comunicato al lavoratore in forma scritta (Legge n. 108/1990, art. 2, c. 2).

La motivazione, a seguito della Riforma del Lavoro 2012, deve essere contestuale al licenziamento: il datore di lavoro deve cioè comunicare i motivi del licenziamento già nella lettera inviata al dipendente.

Qualora il lavoratore ritenga il licenziamento illegittimo, può impugnarlo entro 60 giorni dalla sua comunicazione. L’impugnazione va fatta in forma scritta, anche tramite lettera raccomandata spedita al datore, ovvero "con qualsiasi atto scritto, anche extra-giudiziale, idoneo a rendere nota la sua (del lavoratore) volontà". In tal caso, è meglio farsi assistere dai sindacati.


Disciplina dei licenziamenti collettivi:

La disciplina dei licenziamenti collettivi è caratterizzata dalla dimensione occupazionale dell'impresa, (la quale deve impiegare più di 15 dipendenti), dal numero dei licenziamenti, (che devono coinvolgere almeno 5 dipendenti), e dall'arco temporale di 120 giorni entro i quali devono essere effettuati i licenziamenti stessi.-

La scelta dei lavoratori da licenziare non è libera; il datore di lavoro si deve attenere ai criteri di scelta indicati nei contratti collettivi o, in mancanza, ad una valutazione comparata dei criteri indicati nell'art. 5 L. 233//91, quali:
  • Carichi di famiglia
  • Esigenze tecnico-produttive
  • Anzianità di servizio presso l'azienda

Diritto di prelazione:

La legge 223/91, cioè la legge che disciplina il licenziamento collettivo, sancisce il diritto di prelazione, che dura un anno, all'assunzione dei lavoratori in mobilità da parte dello stesso datore di lavoro che, superato il periodo di crisi, si ritrovi nella necessità di assumere nuovi lavoratori; vale a dire che l'azienda deve dare la precedenza ai propri ex dipendenti ancora iscritti alle liste di mobilità e che nel frattempo non abbiano trovato altro lavoro.-

In caso di licenziamento individuale il diritto di prelazione dura sei mesi e la sua valenza è limitata ad assunzioni effettuate dal datore di lavoro per la stessa qualifica.-

Il diritto è limitato ai lavoratori adibiti alle stesse mansioni o mansioni equivalenti, con priorità per coloro che avevano trasformato il rapporto da tempo pieno a tempo parziale e con valutazione prioritaria, in caso di parità, per i carichi familiari e l'anzianità di servizio.-


Il preavviso di licenziamento

I Contratti Collettivi Nazionali di categoria (Ccnl) definiscono, per ogni livello di inquadramento, un periodo di preavviso, variabile anche in base all'anzianità di servizio, che datore e dipendente devono osservare prima di recedere unilateralmente dal contratto.
Il periodo da osservare è indicato nel contratto e può essere aumentato dalla trattativa individuale in sede di assunzione. Ma se ciò non è specificato nel contratto, il riferimento è il Ccnl.
Il dipendente che presenta le dimissioni o il datore che licenzia devono dare alla controparte un preavviso, durante il quale resta in vigore il rapporto di lavoro. Le dimissioni o il licenziamento diventano effettivi solo al termine di tale periodo. Il preavviso serve al lavoratore ad avere un tempo idoneo a trovarsi un'altra occupazione, e al datore ad assumere un'altra persona con un eventuale periodo di affiancamento.

Diversamente, il dipendente dimissionario o il datore licenziante devono corrispondere alla controparte un'indennità di mancato preavviso, pari alle mensilità previste.


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Gianfranco Censori

venerdì 3 gennaio 2014

EMIGRANTI

1) DECRETO FLUSSI PER L'ANNO 2019

Saranno 30.850 i lavoratori non comunitari che potranno fare ingresso regolarmente in Italia con il decreto flussi 2019 (Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 marzo 2019, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale ​Serie Generale n. 84 del 9 aprile 2019).

Le quote di ingresso, che il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali provvederà a ripartire tra le regioni e le province autonome, sono così distinte:
12.850 per lavoro subordinato non stagionale, autonomo e conversioni (cittadini non comunitari che abbiano completato programmi di formazione e istruzione nei Paesi di origine, di lavoratori di origine italiana residenti in Argentina, Uruguay, Venezuela e Brasile, e di cittadini non comunitari per lavoro autonomo; conversioni dei permessi di soggiorno già detenuti ad altro titolo in permessi di soggiorno per lavoro subordinato e per lavoro autonomo);
18.000 per lavoro subordinato stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero (cittadini non comunitari per lavoro subordinato stagionale di Albania, Algeria, Bosnia-Herzegovina, Corea - Repubblica di Corea, Costa d’Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Filippine, Gambia, Ghana, Giappone, India, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Ucraina).
Come presentare la domanda
La procedura informatica per l’inoltro delle istanze è sul sito https://nullaostalavoro.dlci.interno.it
Gli utenti sono invitati ad autenticarsi esclusivamente con credenziali SPID;
Dall’11 aprile 2019, sono disponibili i moduli per la precompilazione delle istanze di tutte le tipologie di ingressi;
Dalle ore 9 del 16 aprile 2019 è possibile inviare le istanze di nulla osta all’ingresso per lavoro subordinato non stagionale, autonomo e per le conversioni;
Dalle ore 9 del 24 aprile 2019 è possibile inviare le istanze di nulla osta all’ingresso per lavoro stagionale;
Il termine ultimo per presentare le domande è il 31 dicembre 2019.

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1) DECRETO FLUSSI PER L'ANNO 2014


La Corte dei Conti il 13 dicembre 2013 ha registrato il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che riguarda la programmazione transitoria dei flussi di ingresso dei lavoratori non comunitari per lavoro non stagionale nel territorio dello Stato per l’anno 2013. Il decreto prevede l'ingresso in Italia di 17.850 lavoratori stranieri per motivi di lavoro subordinato non stagionale e di lavoro autonomo. La quota complessiva è così ripartita:

  • 3.000 lavoratori stranieri che abbiano completato programmi di formazione ed istruzione nei Paesi d’origine;
  • 200 lavoratori stranieri partecipanti all'Esposizione Universale di Milano del 2015;
  • 2.300 lavoratori autonomi appartenenti alle seguenti categorie:
    •  imprenditori che svolgono attività di interesse per l’economia italiana; 
    • liberi professionisti riconducibili a professioni vigilate oppure non regolamentate ma rappresentative a livello nazionale e comprese negli elenchi curati dalla Pubblica amministrazione;
    • figure societarie, di società non cooperative, espressamente previste dalla normativa vigente in materia di visti d’ingresso;
    • artisti di chiara fama internazionale, o di alta qualificazione professionale, ingaggiati da enti pubblici oppure da enti privati;
    • cittadini stranieri per la costituzione di imprese ‘start-up innovative’, in presenza dei requisiti previsti dalla stessa legge e a favore dei quali sia riconducibile un rapporto di lavoro di natura autonoma con l’impresa;
  • 100 lavoratori stranieri per motivi di lavoro subordinato non stagionale e di lavoro autonomo di origine italiana per parte di almeno uno dei genitori fino al terzo grado in linea diretta di ascendenza, residenti in Argentina, Uruguay, Venezuela e Brasile.

Le restanti 12.250 quote verranno destinate a coloro che devono convertire in lavoro subordinato il permesso di soggiorno già posseduto ad altro titolo. In tale ambito le quote sono così suddivise:

  • 4.000 quote riservate a chi ha un permesso di soggiorno per lavoro stagionale da convertire in permesso di soggiorno per lavoro subordinato non stagionale;
  • 6.000 quote riservate a chi ha un permesso di soggiorno per studio, tirocinio e/o formazione professionale da convertire in permesso di soggiorno per lavoro subordinato non stagionale;
  • 1.000 quote riservate a chi ha un permesso di soggiorno per studio, tirocinio e/o formazione professionale da convertire in permesso di soggiorno per lavoro autonomo;
  • 1.000 quote riservate a chi ha un permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo non rilasciato in Italia ma da un altro Stato membro dell’Unione Europea, da convertire in permesso di soggiorno per lavoro subordinato non stagionale;
  • 250 quote riservate a chi è in possesso di un permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo rilasciato da altro Stato membro dell’Unione Europea da convertire in permesso di soggiorno per lavoro autonomo.

Le domande potranno essere presentate esclusivamente con modalità telematiche collegandosi al sito https://nullaostalavoro.interno.it.

Dal 17 dicembre 2013 è possibile la pre-compilazione delle domande.
I termini per la presentazione delle domande decorrono dalle ore 9 del 20 dicembre 2013, ossia dal giorno successivo alla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale e potranno essere presentate entro i successivi otto mesi.





2) Emigranti di ieri, emigranti di oggi:
Vi riporto di seguito alcuni stralci di articoli di diverso tenore, sul tema dell'emigrazione passata e presente, senza commenti personali, in modo che ognuno possa farsi un'idea il più possibile obiettiva, e volendo, confrontarsi e dibattere con gli altri visitatori del BLOG.-
In memoria di mio Nonno Vincenzo, emigrato in Argentina alla fine della prima guerra mondiale, ma ritornato in Italia solo dopo pochi mesi, perchè non ce l'ha fatta ad integrarsi, e di mio Zio Giuseppe, emigrato in Argentina alla fine della seconda guerra mondiale insieme a sua moglie Zia Serafina, che invece si sono ben integrati, e sono rimasti in Argentina per tutto il resto della loro vita, garantendo anche un futuro stabile alla loro famiglia.-
Infine un pensiero ai nostri connazionali che il secolo scorso sono stati costretti, per fame e miseria, ad emigrare in ogni parte del mondo, in cerca di un lavoro e di una vita dignitosa che l'Italia di allora non era in grado di garantire a tutti.-
Brutti sporchi e cattivi:
Da una relazione dell'Ispettorato per l'immigrazione del Congresso Americano (ottobre 1912) sugli italiani emigrati in America;
Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l'acqua, molti di loro puzzano anche perchè tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno e alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l'elemosina, ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi o petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti fra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perchè poco attraenti e selvatici ma perchè si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare fra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali.-
Sacco e Vanzetti:
Il 23 agosto 1927 tra l'indignazione del mondo intero, Nick e Bart muoiono sulla sedia elettrica del carcere di Charlestown. Dovranno trascorrere cinquant'anni prima che la giustizia americana riconosca con atto ufficiale dello Stato del Massachussets l'errore giudiziario e riabiliti la memoria dei due emigrati italiani vittime innocenti del pregiudizio ideologico e razziale.-
Lega Nord:
Dal programma elettorale della lega nord alle elezioni provinciali del 6 e 7 giugno 2009, a cura del Vice commissario provinciale/MC;
La Lega Nord c'è. Siamo presenti nella coalizione del centro-destra. La crisi economica che stiamo attraversando, secondo la mia esperienza da piccolo imprenditore quale sono stato per molti anni, è venuta per colpa della globarizzazione dei mercati fatta senza regole, per colpa della cosiddetta concorrenza sleale cinese. Direi piuttosto guerra economica per abbattere il sistema capitalista occidentale. Ecco quindi i prodotti cinesi, peraltro dannosi alla salute, che arrivano sui nostri territori a prezzi irrisori e mettono fuori mercato il nostro made in Italy, tanto apprezzato e imitato in tutto il mondo. Ecco quindi che i senza lavoro sono disperati e si lanciano in manifestazioni sempre più violente. Umberto Bossi ha detto che la globalizzazione dei mercati senza regole impoverisce i popoli dei paesi ricchi e schiavizza i popoli dei paesi poveri. Quindi la guerra economica scatenata contro l'occidente capitalista dal comunismo cinese sta cominciando a dare i suoi funesti frutti, quali quelli del malcontento e del disordine sociale. Altro tema di forte attualità è il Decreto Sicurezza per la parte che riguarda il respingimento dei clandestini. Noi della Lega nord, siamo purtroppo additati come xenofobi e razzisti. Il sovraffolamento dei clandestini nel Nord Italia, sta già provocando dissesto ambientale e disordine sociale. Ai cattolici buonisti del centro sinistra ricordiamo che Gesù, mentre istruiva gli apostoli disse loro: andate e ammaestrate tutte le genti, ma non disse loro andate e invitate tutte le genti a casa vostra, date loro vitto e alloggio. Ed ancora, gettate le reti comandò loro e le reti si riempirono. Ciò significa che Gesù insegnò a pescare e non a dare sempre un pesce pescato. Invece insegnò a lavorare. La lega Nord ha sempre sostenuto che gli abitanti del terzo Mondo devono essere aiutati a casa Loro. La soluzione per la ripresa economica mondiale sta nelle regole uguali per tutti così come hanno detto Bossi e Tremonti. La globalizzazione dei mercati deve essere come i Giochi olimpici dove tutte le nazioni del mondo si trovano d'accordo perchè tutte le discipline sportive hanno regole uguali per tutti.
Chiesa Cattolica:
Da un discorso del presidente della Cei Cardinale Angelo Bagnasco del 29 maggio 2009 da Città del Vaticano;
Quanto all'immigrazione, per il porporato ''l'accoglienza fa parte del Dna del nostro popolo e della nostra cultura''. La posizione della Chiesa, espressa dai vescovi, ''è quella della solidarietà, dell'accoglienza e del rispetto dei diritti fondamentali di tutti''. Il tema della solidarietà, ha poi aggiunto il cardinale, va coniugato con ''la necessaria sicurezza e nel rispetto delle leggi da parte di chi arriva e di chi accoglie''.
Emergenza immigrati, clima razzista:
Da un'intervista all'UNITA' del 1° giugno 2009 di Enrico Moroni coordinatore ufficio immigrazione INCA – CGIL;
Questo paese sta conoscendo per la prima volta, dopo il fascismo e le leggi razziali di quel tempo, un declino preoccupante sul terreno della solidarietà, della tolleranza e della convivenza. Le tensioni sociali, accentuate dalla crisi internazionale, rischiano di portare inevitabilmente a una guerra tra i poveri e a fomentare quel clima di xenofobia e razzismo nei confronti delle persone extracomuntarie. Non passa giorno che la cronaca non ci segnali episodi di aggressione che vedono come vittime cittadini provenienti da altri paesi. Occorre che a tutti i livelli la politica si fermi a riflettere sulle conseguenze di questa ondata di intolleranza che, minando le coscienze di ciascuno di noi, alimenta il senso di insicurezza e di paura verso il diverso e che si traduce in sopraffazione e violenza. Il brodo di questa sottocultura fa da sfondo ad atti legislativi dal profilo fortemente punitivo che si collocano agli antipodi dei valori democratici fondativi della nostra Carta Costituzionale. Bisogna avere la consapevolezza che l'immigrazione non è un fatto eccezionale o momentaneo, ma rappresenta, come sempre è avvenuto, un elemento fondante per lo sviluppo delle economie in una idea di integrazione tra i popoli diversi. Un tema complicato per il quale occorre avere una dimensione nazionale ed europea che sappia interagire con le aree più povere da cui prevalentemente provengono i nostri immigrati. Il nostro paese, da un po' di tempo, sta percorrendo una strada pericolosa, con l'emanazione di leggi nazionali, regionali e comunali, formalmente contro l'immigrazione clandestina, ma che di fatto servono a complicare la vita di cittadini regolari. Sono atti che limitano l'esercizio di fondamentali diritti di cittadinanza: dieci anni per avere una casa popolare, la richiesta di idoneità alloggiativa, il difficile accesso alla scuola dell'obbligo e agli asili nido, nonché l'ultimo provvedimento sulla sicurezza, sono soltanto alcuni esempi di come si vogliono sancire diritti differenziati. Tutto questo, insieme all'odiosa decisione di inserire nel nostro ordinamento giudiziario il reato di clandestinità, disegna uno scenario culturale profondamente sbagliato, di caccia alle streghe, che oltre ad aumentare il lavoro sommerso rischia di offrire alla malavita organizzata un bacino di manodopera a basso costo. Per questa ragione l'INCA, che per decenni ha tutelato i diritti dei nostri emigrati, intende oggi rafforzare il proprio impegno a favore di chi è immigrato in Italia.

3) La bambina cinese - 7 Dicembre 2009

Monossido di carbonio sprigionatosi dalla caldaia a gas difettosa del piccolo bagno. Questa la causa della morte della piccola Anni Ye, la bambina cinese di undici anni morta lo scorso martedi sera nel tomaificio clandestino di Sarrocciano. Le ustioni sul corpo della piccola sarebbero state provocate da un getto di acqua bollente schizzato, pare dalla caldaia. Cade l'ipotesi che la morte sia stata provocata a causa del contatto con sostanze usate nel tomaificio, o per l'inalazione di qualche prodotto tossico.- In questa vicenda, consumatasi nella desolazione di un casolare delle campagne vicino San Claudio, rimangono aperti altri interrogativi. Innanzitutto se la bambina stesse realmente facendo la doccia, e poi se in quel luogo ci andasse per lavorare o per aspettare il padre operaio, mentre lui era al lavoro. La madre della piccola, Jiang Lifen, che vive a Civitanova Marche, ha sempre negato che Anni si trovasse li per lavorare. Anni frequentava la quinta elementare della scuola di Corridonia. “Ha imparato l'italiano fin da subito – dice una delle sue maestre – perfetta, precisa, attenta, una intelligenza per la matematica da genio. Era amica di tutti. Le maestre vedevano che a scuola veniva ordinata, aveva le mani pulite”.- Altri aspetti di questa storia tragica sono al vaglio della procura di macerata: chi erano i committenti, i clienti e i fornitori del laboratorio clandestino, chi lo gestiva e chi lo ha dato in affitto a 12mila euro l'anno.-
Leggere certe notizie ti fa male e ti fa vergognare di essere un “uomo”. Un'infanzia rubata, una vita spezzata come quella delle altre 967 perosne morte di lavoro dall'inizio dell'anno in un Paese indifferente e distratto. In una “Repubblica democratica fondata sul lavoro” è sempre più evidente che per qualcuno, in queso momento, la sicurezza e la salute sul lavoro sono “lussi” che non ci possiamo permettere, sono moneta di scambio. Tutto questo non lo possiamo più accettare rassegnati, se vogliamo continuare a definirci un Paese democratico, dobbiamo reagire, dobbiamo dire basta a questa mattanza, dobbiamo rompere il muro di silenzio e di omertà che circonda e soffoca il mondo del lavoro, dobbiamo farlo ora per noi e per i genitori di Anni Ye, una bambina di 11 anni portata via alla sua infanzia, ai suoi sogni, alle sue speranze.-
Guardando distrattamente una foto sul giornale, mi rendo conto che quel viso non mi è nuovo, cerco di ricordare e mi viene un mente un episodio di qualche mese fa.- Un uomo ed una donna di etnia cinese, si presentano nella sede della CGIL di Civitanova Marche, con una bambina, cercano informazioni ma non riescono a spiegarsi perchè non conoscono bene la nostra lingua.- La bambina allora si fa portavoce dei genitori, mi fa da inteprete, mi dice che hanno bisogno di informazioni per il rinnovo di un permesso di soggiorno, cerco di spiegarle quali sono i documenti necessari e dove reperirli, e lei traduce in cinese ai suoi genitori parola per parola quello che le dico e loro annuiscono, poi traduce a me quelle che sono le loro perplessità e i loro dubbi, alla fine ringraziano con un sorriso ed un cenno di assenzo, sembrano aver capito.- Al termine della conversazione io mi complimento con lei per la suo ottimo lavoro ed aggiungo: Da grande sarai una splendida interprete, e lei sorridendo mi risponde: la lingua italiana la sto imparando, ma è la lingua cinese che mi manca.- Cara Anni sono sicuro che avresti imparato perfettamente anche il cinese, e ci avresti aiutato a costruire un mondo migliore, nel Tuo piccolo, nella nostra cittadina, ad avvicinare la comunità cinese con quella locale del maceratese, purtroppo non te lo hanno permesso, ma tu resterai per sempre nel cuore di chi ti ha conosciuto e Ti ha voluto bene.-


4) La Rivolta degli schiavi!
9 gennaio 2010 – Un articolo di Moni Ovadia sull'Unità

Doveva succedere! Quanto tempo può sopportare senza reagire un essere umano schiavo, che lavora come una bestia, per poco più di un tozzo di pane, che vive nel degrado peggio di una bestia, che subisce violenze, ricatti, che viene violentato, abusato dal padrone e dalle mafie, che è privo del più elementare diritto, che non accede neppure alla dignità dell'esistenza? Non c'è che una risposta per una persona decente.
No! Non può sopportare. E noi dovremmo reagire a ciò che è accaduto a Rosarno interrogandoci. Che razza di paese è il nostro che permette una simile vergogna? Che razza di ministro è quello che accusa gli schiavi e propone un'ulteriore repressione nei loro confronti? La logica dell'intollerenza ha mai giovato alla convivenza civile?
Credere di fermare l'immigrazione clandestina combattendo gli immigrati è una pia illusione ed è un atto vile. Non è l'immigrato che sollecita la malavita, è la malavita che incrementa e orienta l'immigrazione clandestina ed è interessata a creare condizioni esasperate, anche attraverso la guerra fra poveri, per potere vendere a maggior prezzo e con più alto profitto la povera carne umana su cui riesce a mettere le mani.
E che dire degli imprenditori schiavisti? Perchè non si propone contro di loro e la loro infamia tolleranza zero? L'arresto dei mafiosi a che serve se non viene prosciugata la criminalità? Oggi il Presidente della Camera Fini per l'ennesima volta ha preso la parola in difesa degli immigrati dicendo che non si combatte contro gli schiavi, si combatte la schiavitù. Il leader di An vuole evidentemente dare voce a un centro destra civile ed europeo. E' ora che si trovi il coraggio di costituire su tali questioni un ampio fronte che superi gli schieramenti per salvare l'Italia dal baratro.-

DECRETO FLUSSI PER L'ANNO 2011
Ccomplessivamente il decreto mette a disposizione 98.080 "quote". Di queste 52.080 sono riservate a lavoratori extracomunitari provenienti da paesi che abbiano sottoscritto con l’Italia accordi di riammissione e regolazione dei flussi. Nello specifico sono previste quote per:
4.500 cittadini albanesi
1.000 cittadini algerini
2.400 cittadini del Bangladesh
8.000 cittadini egiziani
4.000 cittadini filippini
2.000 cittadini ghanesi
4.500 cittadini marocchini
5.200 cittadini moldavi
1.500 cittadini nigeriani
1.000 cittadini pakistani
2.000 cittadini senegalesi
80 cittadini somali
3.500 cittadini dello Sri Lanka
4.000 cittadini tunisini
1.800 cittadini indiani
1.800 cittadini peruviani
1.800 cittadini ucraini
1.000 cittadini del Niger
1.000 cittadini del Gambia
1.000 cittadini di altri paesi non appartenenti all’unione Europea che concludano accordi finalizzati alla regolamentazione dei flussi di ingresso e delle procedure di riammissione.

Colf e badanti
Sono poi previsti 30.000 ingressi per lavoro domestico ed assistenza e cura alla persona per lavoratori provenienti da paesi non inclusi nell’elenco precedente.-

Conversioni
Potranno essere convertiti in permessi di soggiorno per lavoro subordinato:
3.000 permessi di soggiorno per studio
3.000 permessi di soggiorno per tirocinio e formazione
4.000 permessi di soggiorno per lavoro stagionale
1.000 permessi di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo rilasciati da altro stato membro
500 pds CE di lungo periodo rilasciati da altro stato membro potranno invece essere convertiti in permessi di soggiorno per lavoro autonomo.
E’ poi prevista la possibilità di 4.000 ingressi per cittadini extracomunitari che abbiano completato all’estero un programma di formazione ed istruzione nel Paese d’origine e per 500 discendenti di terzo grado di cittadini italiani residenti in Argentina, Uruguay e Brasile.
Il datore di lavoro che vorrà assumere un collaboratore domestico nell'ambito del decreto flussi dovrà dimostrare un reddito minimo, al netto dell'imposta, di importo almeno doppio rispetto all'ammontare della retribuzione annuale dovuta al lavoratore da assumere, aumentata dei dei contributi dovuti. La capacità reddituale del datore di lavoro può essere raggiunta anche sommando i redditi dei familiari conviventi o, se non non conviventi, dalla somma dei redditi dei familiari fino al primo grado di parentela. Per assumere un collaboratore domestico convivente per 25 ore settimanali, il datore dilavoro dovrà dimostrare una disponibilità di un reddito annuo pari a 18.827 euro, cioè il doppio della retribuzione complessiva annualmente dovuta e dei relativi contributi (9.413,68 euro).-

Documenti del datore di lavoro
Se il datore di lavoro è italiano:
  • Fotocopia della carta di identità + fotocopia del codice fiscale
Se il datore di lavoro è uno straniero:
  • Fotocopia del passaporto + fotocopia permesso di soggiorno + fotocopia del codice fiscale
Documenti del lavoratore da assumere:
  • Fotocopia del passaporto

Termini per presentare le domande:
I datori di lavoro che intendono assumere i lavoratori provenienti dai Paesi pe ri quali è riservata una quota possono inoltrare le domande a partire dalle ore 8,00 del 31 gennaio 2011. I datori di lavoro che intendono assumere i lavoratori domestici provenienti da Paesi per i quali non è riservata una quota possono inoltrare le domande a partire dalle ore 08,00 del 2 febbraio 2011. I datori di lavoro che intendono assumere i lavoratori nei restanti settori, provenienti da Paesi per i quali non è riservata una quota, possono inoltrare le domande a partire dalle ore 08,00 del 3 febbraio 2011.-



5) Lo scenario per gli anni futuri!
28 Aprile 2010 - Proiezioni ISTAT

Potremmo mettere la testa sotto la sabbia, potremmo fare demagogia, potremmo incolpare gli immigrati di tutte le disgrazie e le nefandezze che capitano in Italia, potremmo cercare consensi elettorali con nuove forme di razzismo, ma per fortuna c'è una cosa che non potremo fare ed è quella di fermare il corso della storia, e l'egoismo non prevarrà quindi sulla solidarietà.

Gianfranco Censori